L’Archivio Augusto Cantamessa è onorato di partecipare alla mostra “ORE SOSPESE. Un diario italiano”, esponendo un nucleo di opere dell’autore piemontese. Un progetto fotografico a cura di André Podbielski e Maud Greppi presentato, dal 15 ottobre al 19 dicembre 2020, presso gli spazi della galleria Podbielski a Milano.
Questo importante evento avvia la collaborazione tra l’Archivio A. Cantamessa e la Podbielski Contemporary, a seguito di un lavoro intenso e condiviso. La galleria, una tra le più importanti nel panorama nazionale e internazionale, è stata fondata da Pierre André Podbielski nel gennaio 2011 nel cuore di Berlino Mitte. Nel 2018 la sede viene trasferita a Milano inaugurando un ulteriore percorso di ricerca che, attraverso l’esperienza di giovani artisti italiani, condivide ulteriori spunti di riflessione legati alla geopolitica attuale. La galleria, oltre a rappresentare gli artisti e a promuoverne le opere, è il punto di incontro tra artisti, realtà istituzionali e mercato, una sorta di piattaforma in grado di veicolare uno scambio reciproco di idee su arte e cultura.
La mostra “ORE SOSPESE. Un diario italiano” si avvale delle opere di importanti autori del panorama fotografico italiano come Luigi Ghirri, Augusto Cantamessa, Ilaria Abbiento, Luca Campigotto, Bruno Cattani, Fabrizio Ceccardi, Roberto Cotroneo, Marco Dapino, Massimiliano Gatti, Thomas Jorion, Ugo Ricciardi, Marco Rigamonti, Massimo Siragusa,Jacopo Valentini, Francesco Zizola e restituisce lavori incentrati sul paesaggio, accomunati da un’indagine sugli spazi e in un tempo sospeso. In questo anno incerto, in cui il tempo si è dilatato e gli spazi si sono ridotti, mutando notevolmente la nostra percezione del vedere e del sentire, si sono risvegliate memorie che non sembrano essere più così distanti dal nostro vissuto quotidiano. Le fotografie, in quanto istantanee, esprimono tutta l’energia concentrata sulla soglia tra passato e presente e il tempo sospeso dell’incerto futuro e fanno riflettere sulla reciproca compenetrazione degli spazi di tempo. Negli istanti fotografici, densi di frammenti di realtà, si percepisce una forte identità di appartenenza ai luoghi: si tratta di un viaggio esplorativo altalenante tra esteriorità e interiorità, in spazi-luogo, cercati, indagati, vissuti e amati, talvolta dimenticati, ma che affiorano, con grande forza espressiva, attraverso le suggestive evocazioni delle immagini. In questo contesto ben si accordano le fotografie di Augusto Cantamessa (1927-2018) selezionate per l’esposizione: un nucleo di opere, esclusivamente in bianco e nero, che rappresentano un universo di vita intriso di atmosfere non solo piemontesi. Attraverso la rappresentazione del paesaggio urbano ed extraurbano le immagini del Maestro della Fotografia Italiana sono un caleidoscopio di stati d’animo e atmosfere che narrano di un mondo che, mutando continuamente, rimane intatto nelle sue peculiarità umane e naturali. Il fotografo con il suo obiettivo coglie scenari e crea le sue composizioni attraverso una riflessione profonda, silenziosa e intima: questo è infatti lo stato d’animo adeguato per assaporare al meglio le sue atmosfere. Le immagini riflettono l’intento perseguito dal fotografo che ha concentrato la sua ricerca su essenziali e significativi elementi del paesaggio come gli alberi filiformi e gli spazi avvolti in una effimera bruma, come si coglie nell’opera Risaie d’autunno (1975), una tipica veduta della campagna piemontese. Che si tratti di un’immagine spoglia in cui la luce “taglia” l’aria o di composizioni dove par non esserci quasi nulla che la distesa di semplici panni al vento, come quelli che ritroviamo nello scatto dell’isola veneziana di Panni a Burano (1972), l’armonia e l’equilibrio dello spazio misurato ci restituiscono un poetico infinito. Le fotografie catturano il nostro sguardo che si appaga della bellezza di ogni immagine dentro la quale si celano le emozioni di ciascuna composizione. Dalle vedute degli spazi dilatati delle campagne alle isole italiane, dai paesi della Provincia alle rappresentazioni delle città, come Torino, che ritroviamo nell’immagine di Piazza San Giovanni (1982) che, oltre a condurci alla città natale dell’autore, restituisce la veduta di un luogo che oggi non esiste più, nel perfetto stile cantamessiano che nel suo rigore formale si affida all’istinto, il viaggio esplorativo della scrittura di luce di Cantamessa travalica i limiti spazio-temporali e le sue fotografie diventano eterne. Dal centro della città alla periferia torinese con opere come Carretto a spinta (1956) nei pressi delle Ferrerie, fino alle immagini di spazi pubblici, rigorosi ed essenziali, nei quali l’elemento umano è sempre presente come le geometrie di Milano, siamo di fronte a scene comuni ma pervase di una straordinaria quotidianità come palesa l’immagine di Bendaggio di facciata (1995).
Augusto Cantamessa ci regala porzioni di spazio reinterpretati e densi di memorie, colti abilmente dall’artista che rende merito all’oggetto ripreso senza aggiungere il superfluo. Immagini che suscitano emozioni, evocano ricordi e invitano a godere della loro pienezza, placando la mente dal suo frenetico chiacchiericcio, per contemplare l’essenza dei luoghi nella loro alternanza di luci e di ombre e nel divenire del tempo sospeso, sguardi che prendono forma da una sensibile e accurata ricerca e rimandano a molteplici visioni.
Inaugurazione 15 Ottobre 2020 – h. 14.30 / 20.30
Ingresso libero: martedì – venerdì h. 14.30 / 19
Sabato su appuntamento
Podbielski Contemporary
Via Vincenzo Monti 12, 20123 – Milano
www.podbielskicontemporary.com