La storia dell’Italia, dal dopoguerra a oggi, attraverso le foto della collezione Keith de Lellis. A cura di Keith de Lellis. Introduzione di Vicki Goldberg.
Anche se i fotografi sapevano molto bene di essere sul punto di riscrivere la cronaca della fotografia italiana, potrebbero non essere stati così consapevoli di essere sul punto di riscrivere anche la storia del loro paese, per come essa si svolgerà nel suo trantran quotidiano… Vicki Goldberg La Strada è una storia fotografica dell’Italia che pane dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e arriva agli inizi degli anni Settanta attraverso i6z scatti di 64 fotografi selezionati dalla Keith de Lellis collection, prestigioso archivio newyorkese della fotografia in bianco e nero. Le immagini sono introdotte da un saggio bilingue di Vicki Goldberg, critica e storica della fotografia e collaboratrice del New York Times. Nel volume compaiono fra gli altri Mario De Biasi, Nino Migliori, Gianni Berengo Gardin, Mario Giacomelli e un folto gruppo di fotografi poco noti o sconosciuti di cui questo libro mostra per la prima volta gli scatti. Definitivamente tramontata la fotografia degli anni di Mussolini fatta di «bei bambini, cigni e vecchi contadini» o quella ancora subordinata alle arti figurative, i fotografi italiani del dopoguerra si muovono in un paese semi-distrutto dalle bombe, politicamente diviso; una terra ancora contadina e scarsamente industrializzata. 1)al nord al sud del paese, il soggetto ritratto é sempre la strada, che nella sua naturale teatralità e varietà di paesaggi offre una serie pressoché inesauribile di temi e situazioni. Molteplici soni i linguaggi adottati nella composizione delle immagini. Si va da una sensibilità neorealista (sono questi gli anni delle poetiche cinematografiche elaborate da Rossellini, Zavattini e De Sica) a una reiterata frequentazione del ritratto, che a volte può caricarsi di toni apertamente espressionisti (Zoveni, M. Cattaneo). C’è poi una ricerca estetica che si spinge ai limiti del figurativo: passami e mezzi di trasporto si muovono su strade fatte di lastricati, sanpietrini, pavé e acciottolati che disegnano geometrie di sapore metafisico (Manati, Spadoni, Crepaz, Monconi, Bornaccini). Forte é anche l’uso della visuale panoramica per registrare ampie porzioni di folla e traiettorie di movimento. La ripresa dall’alto (Migliori), invece, svela i luoghi urbani in una spazialità sino ad allora inedita.